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I remake che vogliamo
i remake che vogliamo

Negli ultimi anni sono molti i remake, remastered e reboot che hanno popolato il panorama videoludico, riportando alla ribalta titoli degli anni passati, rendendoli disponibili alle nuove generazioni di consolle e, di conseguenza, anche di giocatori.

Si parla di remastered quando un gioco viene lasciato più o meno simile all’originale per quanto riguarda trama, meccaniche, gameplay in generale, andando a migliorare principalmente l’aspetto grafico, ma a volte anche affinando i controlli e/o migliorando qualche aspetto che ne compromette la godibilità (detti anche miglioramenti della “quality of life”). Un esempio potrebbe essere The Legend of Zelda: Skyward Sword HD, in cui non solo è stata migliorata la grafica e aumentato il framerate a 60 FPS, ma anche eliminato il vincolo al motion control per controllare le azioni del personaggio (come combattere, nuotare, arrampicarsi ecc.), introdotto il controllo libero della visuale e tanti miglioramenti di “quality of life”. Qui trovate la scheda prodotto.

Si parla di remake quando invece il gioco, pur mantenendo la stessa trama e personaggi principali, viene ricostruito dalle fondamenta, creando così un’esperienza più in linea con gli standard videoludici moderni, in termini di gameplay, meccaniche, controllo della visuale, aggiungendo magari qualche livello o approfondendo qualche sezione per aumentarne la longevità. Un più che degno rappresentante della categoria è sicuramente Dead Space Remake, in cui ritorniamo sulla Hishimura nei panni di Isaac Clarke, in un titolo che non solo è stato ricostruito da zero in termini tecnici, ma nel quale sono state aggiunte missioni secondarie, oltre a dare finalmente voce al protagonista, che nel titolo originale non proferisce mai parola. Qui trovate la scheda prodotto.

Si parla infine di reboot quando tutto il gioco, partendo anche dalla trama, viene riscritto per rispecchiare canoni moderni di storytelling, oltre che di gameplay, fornendo così un espediente per ricominciare da zero e far evolvere la saga in una direzione diversa. Un recente esempio è il prossimo capitolo della saga picchiaduro Mortal Kombat 1, ambientato nel nuovo universo creato dal dio del fuoco Liu Kang, permettendo così di riesumare vecchi combattenti ormai defunti nei capitoli precedenti. Qui trovate la scheda prodotto.

A volte questi titoli possono sembrare solo delle scuse per sfruttare la nostalgia dei giocatori e guadagnare un po’ di soldi con poco lavoro da parte degli sviluppatori, ma spesso permettono a titoli ormai “poco godibili” (secondo gli standard attuali) di essere modernizzati in molti aspetti, come gameplay e meccaniche, precisione dei controlli e della telecamera, qualità grafica, contenuti come collezionabili o costumi per i personaggi, longevità. Basti pensare a titoli come Crash Bandicoot, Resident Evil, Final Fantasy VII o Demon’s Souls, che hanno avuto un successo stratosferico sia tra i giocatori appassionati degli originali, sia tra giocatori completamente nuovi alle serie storiche. Dopo gli annunci più o meno ufficiali dei giorni scorsi, in cui abbiamo sentito di remake di titoloni come “Need for Speed: Most Wanted”, “Assassin’s Creed: Black Flag” e “Metal Gear Solid 3”, ci è venuta voglia di fare una lista dei titoli che personalmente vorremmo vedere rinnovati in un remake di qualità:

Metal gear solid 1

Il capolavoro di Hideo Kojima, prodotto da Konami nell’ormai lontano 1998 e rilasciato sulla prima PlayStation, è un titolo action stealth in 3D che introdusse per la prima volta una narrativa cinematografica, colpi di scena, una trama matura e meccaniche stealth molto innovative. Leggendario e impresso a fuoco nella nostra memoria è il combattimento con Psycho Mantis, in cui dovevamo scollegare il controller dalla porta 1 e inserirlo nella porta 2 per aggirare il controllo mentale! Vista la grafica poligonale un po’ datata, questo titolo meriterebbe un remake che valorizzasse la trama e le meccaniche ancora attuali, donandogli una veste grafica moderna ultra-realistica, controlli più precisi e un controllo della camera sia in prima che in terza persona.

Ocarina of time

Acclamato non solo come il titolo migliore della serie di “The Legend of Zelda”, ma addirittura come il gioco più bello di tutti i tempi su Metacritic, Ocarina of Time è stato rilasciato su Nintendo 64 nel 1998, ed è il primo titolo in 3D della serie. Le innovazioni portate da questo gioco sono state tantissime: un sistema di viaggio nel tempo che modificava sia il mondo circostante che il protagonista, dandogli abilità diverse tra il bambino e l’adulto; un sistema di puntamento che modificava la posizione della visuale e attivava un sistema di lock-on sui nemici; uno schema di controlli che consente di modificare l’assegnazione dei tasti in base al contesto. Oltre ad un comparto grafico, anche qui molto datato, ci sono dei livelli molto frustranti, come il celebre tempio subaqueo, che sono stati già migliorati nella remastered per 3DS del 2011. Un vero e proprio remake permetterebbe di godersi questo titolo anche su Switch, magari con la grafica di Tears of the Kingdom, perché no?!

Knights of the Old Republic

Titolo che ha consacrato BioWare alla grandezza, rilasciato per la prima volta nel 2003 per Xbox, questo gioco di ruolo è ambientato nell’universo di Star Wars 4000 anni prima della nascita dell’Impero Galattico. Questo titolo presentava già in forma embrionale le caratteristiche vincenti di titoli come “Mass Effect” e “Dragon Age”, ovvero combattimento a turni con la possibilità di scegliere se e quando fermare il gioco per farci selezionare la prossima azione, un sistema di due compagni di cui poter prendere il controllo, un morality system che tiene traccia delle nostre azioni e influenza le nostre risposte e le scelte che prendiamo. Un diamante che potrebbe tornare a brillare, mettendo cura in un remake che ne migliori l’aspetto ma anche il framerate e la godibilità generale. Si parla da anni di tale possibilità, che era anche stata confermata da Sony nel 2021 e che, apparentemente, è ancora in fase di sviluppo, ma di cui non abbiamo ricevuto altri aggiornamenti.

Dino Crisis

Dopo il successo del primo Resident Evil, Capcom provò a sostituire gli zombi con i dinosauri, vista la loro popolarità dovuta all’uscita di Jurassic Park nelle sale cinematografiche. Il risultato fu un titolo molto meno fantascientifico e più rapido e orientato all’azione, con memorabili confronti con dinosauri di tutte le taglie, pur mantenendo la fase esplorativa e di risoluzione di enigmi, tipica del fratello maggiore. Il gioco fu un successo commerciale e ottenne ben due sequel, che però risultarono sempre meno apprezzati, facendo così terminare lo sviluppo di questi titoli, in favore di saghe più longeve. Vedendo il meraviglioso lavoro di Capcom su titoli come Resident Evil 2, 3 e 4, non ci resta che sperare che Dino Crisis possa ricevere lo stesso trattamento.

The Simpsons: Hit and Run

L’idea di questo titolo era quella di prendere ispirazione dal blockbuster di successo GTA III, ambientandolo a Springfield, con protagonista la famiglia più passa e gialla d’America. Il risultato è stato un titolo acclamato dalla critica per la sua grafica e le sue meccaniche di guida, considerato il miglior adattamento videoludico dei Simpson per l’accuratezza della rappresentazione di Springfield, sia in termini di setting che per i personaggi e le situazioni che la popolano. Un remake di questo titolo potrebbe includere tutta la città in un open-world unico, senza zone divise da caricamenti, con la possibilità di avere gameplay diversi per diversi personaggi e farci vivere come in un episodio di questa serie cult con cui siamo cresciuti.

Gun

Prima di Arthur Morgan e John Marston, c’era Cole White, protagonista dell’action RPG sviluppato da Neversoft e pubblicato da Activision nel 2005. Ambientato nel far west, più precisamente nell’Arizona del 1880, questo titolo presentava una formula open-world, una trama complessa e ricca di personaggi secondari ben caratterizzati, tante armi diverse da utilizzare e un bullet-time simile al “dead eye” di Red Dead Redemption, ma addirittura con colpi infiniti! Completavano la formula nemici sia umani che animali, tanti minigame come il poker e un sistema di moralità con cui si teneva traccia di buone e cattive azioni verso la comunità. La trama coinvolgente, la colonna sonora epica e le performance del cast memorabili hanno permesso a questo gioco di riservarsi un posto speciale nel nostro cuore, tanto da desiderarne una versione con la stessa cura dei dettagli di un Red Dead Redemption 2.

Bully

Conosciuto anche col titolo di “Canis Canem Edit”, questo titolo di Rockstar Games è stato rilasciato su PlayStation 2 nel 2008. Questo gioco ci porta nella cittadina fittizia di Bullworth, in cui vestiamo i panni di Jimmy Hopkins, teenager il cui obiettivo è quello di scalare i ranghi di tutti i gruppi scolastici, con l’obiettivo di fermare gli atti di bullismo. La formula è quella di un action-adventure in terza persona, con scenario open-world, in cui compiere diverse missioni e seguire le lezioni scolastiche, impostate come minigiochi. Un Grand Theft Auto a tema scolastico, in cui violando le regole si viene mandati dal preside, mentre morendo si finisce in infermeria, ci ha colpito per la sua creatività nella scrittura e la profondità dei personaggi. Non è privo di difetti, vista la banalità e ripetitività di alcuni minigiochi, nonché i controlli della telecamera non molto fluidi. Considerando anche la notizia di un sequel cancellato, speriamo in un remake che migliori un gioco già bello, riportandolo in auge e magari permettendo un tanto desiderato sequel.

Half Life

Titolo storico di Valve, in cui vestiamo i panni dell’ormai celebre Gordon Freeman, che armato del suo piede di porco dovrà scappare dal centro di ricerca Black Mesa, invaso dagli alieni. Il gioco è uno sparatutto in prima persona pubblicato nel 1998, con un gameplay diviso tra fasi esplorative, di combattimento e di risoluzione di puzzle. Quest’opera è considerata una delle migliori di sempre nel mondo videoludico, grazie alle innovazioni portate nel genere FPS, al suo livello di immersione e all’influenza esercitata su molti – se non tutti – i giochi usciti dopo. Ha ispirato diversi sequel, opere letterarie derivate, mentre le sue mod hanno dato vita a titoli come Counter Strike, Natural Selection e Day of Defeat, solo per citarne alcuni. Un titolo così importante per la storia dei videogiochi meriterebbe un trattamento remake d’eccezione, magari anche usando la tecnologia VR.

Shadow of Rome

Un titolo che occupa un posto speciale nel nostro cuore, non solo per l’ambientazione nella Roma imperiale della dinastia giulio-claudia, ma soprattutto per il suo genere duale: da un lato gioco d’azione, cruento e dinamico, in cui impersoniamo Agrippa, ex centurione divenuto gladiatore; dall’altro stealth game, in cui vestiamo i panni di Ottaviano, amico di Agrippa, la cui missione è svelare l’intrigo dietro la morte di Cesare. Le sezioni ambientate durante i giochi gladiatori, ci permettono di concatenare combo e sfruttare trappole ambientali per conquistare il pubblico, mentre le fasi stealth ci permettono di esplorare Roma e i suoi salotti buoni, colmi di intrighi e cospirazioni. Un remake in chiave moderna permetterebbe di smussare gli angoli di quest’opera del 2005, in cui si potrebbe esplorare liberamente una parte di Roma nelle fasi investigative.

Legacy of Kain: Soul Reaver

Secondo capitolo dell’acclamata saga di Legacy of Kain, Soul Reaver ci trasporta nel regno gotico e cupo di Nosgoth, in cui vestiamo i panni di Raziel, vampiro tenente di lord Kain, che viene tradito e ucciso dal suo protetto, per tornare in vita come spettro e ottenere la sua vendetta. Il gioco, uscito nel 1999, venne lodato non solo per il suo setting e per la sua trama, ma anche per la sua difficoltà, dedicata ai fan accaniti dei giochi d’avventura. Un’opera tecnicamente all’avanguardia rispetto ai suoi tempi, che lasciò a bocca aperta i fan con cutscene dalla grafica super-realistica e di concezione quasi cinematografica. Un titolo così meriterebbe di essere riportato alla ribalta, magari innescando il remake di tutti i capitoli della saga, per culminare in un finale sempre chiesto dai fan, ma mai ottenuto.

Parasite Eve

Un RPG dai toni dell’horror giapponese, pubblicato da Square nel 1998, Parasite Eve è considerato un ibrido tra Resident Evil e Final Fantasy VII per il suo gameplay, anche se in realtà ha meccaniche uniche, che gli conferiscono una propria identità. Si tratta infatti di un titolo che ha rotto molte convenzioni degli RPG dell’epoca, utilizzando espedienti tecnici come la camera dinamica, un combattimento a turni che permette il movimento libero e avviene all’interno della mappa, non in uno spazio separato. La storia si svolge in sei giorni, e narra le vicende dell’agente scelto Aya Brea, alle prese con una serie di morti per autocombustione, umani mutati in mostri e una fuggitiva di nome Eve, che sembra al centro di questi fenomeni paranormali. Il grande seguito ottenuto da questo titolo, lo rende un degno candidato al remake su nuova generazione di console, così da far vivere quest’avventura a molte più persone.

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