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Cosa pretendiamo da Starfield
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Bethesda Game Studios è un caposaldo dello sviluppo di action RPG open-world, che ha settato molti standard di questo genere videoludico, rilasciando titoli dal successo e dalla risonanza impareggiabili. Parliamo di giochi come Morrowind, Oblivion e Skyrim per la saga di The Elder Scrolls, Fallout 3 e 4. Titoli che non solo ci hanno accompagnato nella nostra adolescenza, ma che continuano ad accompagnarci, data la loro infinita rigiocabilità, una modding community appassionata, ma soprattutto per la bellezza dei mondi creati e dalla profondità della lore che li popola. Missioni principali sempre ben scritte, con un inizio “in medias res”, ovvero nel mezzo dell’azione, senza estesi preamboli. Il personaggio principale è sempre catapultato in una storia più grande di lui, guidato inizialmente da interessi molto personali, ma ritrovandosi alla fine a decidere le sorti di molti. Per non parlare delle missioni secondarie, numerosissime e sempre molto affascinanti, a cui viene riservata pari cura rispetto alla campagna principale. Purtroppo, nel mondo del gaming, non è sempre tutto rose e fiori, e Bethesda ne è un chiaro esempio: titoli sempre in ritardo (data la loro grandezza e cura dei dettagli ci può anche stare), tantissimi bug che a volte si trascinano per anni prima di essere sistemati, la continua tendenza ad inseguire i trend del mercato, anche se non si adattano né all’esperienza degli sviluppatori, né tantomeno alle proprietà intellettuali. Di tutti questi punti, un chiaro esempio è stato Fallout 76, in cui lo studio statunitense si è cimentato in un live service che all’uscita è stato unanimemente dichiarato vuoto e ingiocabile. E nonostante ciò, le parole del direttore di Bethesda Todd Howard sono sempre state sapientemente mirate a creare hype per un gioco fondamentalmente incompleto, rivelandosi presto vuote promesse (ricorderete tutti la celebre frase “16 times the detail”).

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In questa cornice di luci ed ombre si inserisce Starfield, il titolo più chiacchierato del momento e attualmente il più atteso dalla comunità videoludica, quindi anche da noi. Il nuovo lavoro di Bethesda, che è atteso per il 6 settembre di quest’anno, è stato annunciato ufficialmente per la prima volta nel 2018, ma il produttore ha dichiarato più volte che stava pensando di realizzare un’avventura nello spazio già da molto tempo. Lo scorso 11 giugno abbiamo visto un dettagliatissimo showcase del gameplay dove, in ben 50 minuti, è stato mostrato e spiegato tutto quello che i fan si chiedevano da tempo. Il gioco ci permetterà di esplorare una galassia composta da circa 1000 pianeti esplorabili, divisi in diversi sistemi solari. L’utente potrà costruire il proprio personaggio, personalizzandone l’aspetto, le abilità e il background, ottenendo delle perk che sbloccheranno solo alcuni dialoghi e situazioni di gioco. Il giocatore vestirà i panni di un esploratore spaziale, contattato da un’organizzazione chiamata “Constellation”, l’ultimo gruppo di esploratori che tenta di fare luce su un artefatto chiamato “l’occhio”. Per esplorare l’universo avremo bisogno di una nave, che potremo personalizzare, espandere e potenziare, per adattarsi alle nostre necessità e al nostro stile di gioco. L’astronave, infatti, non fungerà da solo mezzo di trasporto, ma sarà cruciale per la fase esplorativa e per i combattimenti spaziali contro altre navi, siano esse appartenenti a pirati o fazioni nemiche. I combattimenti si terranno anche sulla terraferma, sfruttando diversi tipi di armi da fuoco e armi bianche, oltre ai cari vecchi pugni, e sarà possibile spostarsi velocemente utilizzando un jetpack, sfruttando anche la verticalità.

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In sostanza, quanto mostrato durante la presentazione ci ha resi impazienti di mettere le mani su questo titolo, tanto da preordinare l’introvabile edizione speciale “Constellation edition”, dotarci di controller e headset a tema Starfield. Questo però non deve farci distogliere l’attenzione da quelli che sono i dubbi, alimentati da una lunga lista di false promesse alle quali Bethesda e Todd Howard ci hanno abituati. Come sempre, da giocatori appassionati ma anche consumatori attenti quali siamo, pretendiamo da questo titolo una serie di condizioni non trattabili, già dal day one:

 

1. Niente microtransazioni

Non siamo fan degli store in-game. Che siano contenuti puramente estetici, pay to win o time-savers, l’idea di spendere soldi per contenuti effimeri non ci piace. Preferiamo risparmiare quei soldi per acquistare un altro titolo da giocare. Questo vale soprattutto per i giochi per cui paghiamo già a prezzo pieno. E tutte queste pratiche sono iniziate proprio con la famosa “armatura per cavallo” di Oblivion, titolo di Bethesda. Per Starfield ci auguriamo che tutti i contenuti siano sbloccabili giocando, ma sarà davvero così? Staremo a vedere…

2. Pochi bug o comunque un titolo giocabile al day one senza compromessi

Sappiamo che è chiedere troppo non avere bug al day-one, considerando il trend attuale del mercato videoludico, specialmente da una società che negli anni è stata soprannominata BUG-thesda. Questo perché i titoli del developer americano sono molto grandi e ricchissimi di contenuti, quindi più difficili da correggere in fase di testing. Ammettiamo quindi che ci siano dei bug, magari qualcuno diventerà un meme, come accade spesso per i titoli di Bethesda, ma non possiamo accettare, dopo tutti questi ritardi e la figuraccia fatta con Fallout 76, che dei bug troppo grandi possano rovinarci l’esperienza di gioco.

3. Missioni principali e secondarie memorabili

Questo punto potrebbe sembrare scontato per i fan dei titoli della casa di Rockville, che conoscono il livello qualitativo della scrittura delle quest in titoli come Fallout 3, Oblivion e Skyrim. Ma anche in questo comparto ci sono stati alti e bassi, soprattutto nei titoli live service, dove le quest sono molto copia-incolla. Data la vastità di Starfield, abbiamo paura che in alcuni punti siano stati usati dei “riempitivi”, per tagliare tempi e costi di sviluppo, ma sarebbe inaccettabile per un gioco che ha tante aspettative da rispettare.

4. Rigiocabilità estrema

I titoli più belli sono quelli che abbiamo voglia di rispolverare periodicamente, oppure quelli che ci prendono così tanto da giocarli due volte di fila. Specialmente negli RPG, dove ogni scelta conta e porta potenzialmente ad un percorso diverso del giocatore. Ad ogni bivio, deviando in maniera significativa il percorso di progressione, dovrebbe restare sempre un po’ di curiosità del “cosa sarebbe successo se…”. Questo può accadere soltanto in titoli dove le scelte sono davvero significative, dove una fazione diventa ostile se diamo la risposta sbagliata, dove non è possibile sbloccare tutte le abilità dello skill tree, ma dobbiamo selezionarne solo alcune. Tutto questo porta a quella voglia di rigiocare un titolo, per fare scelte diverse e vedere cosa succede. Ci aspettiamo da Starfield un livello di significatività delle scelte che facciamo, delle risposte che diamo, di come ci comportiamo, delle skill che scegliamo di sbloccare.

5. Combat system vario e soddisfacente

In questo titolo passeremo ore a personalizzare la nave, a creare il nostro accampamento e a raccogliere risorse esplorando pianeti lontani. Tutte queste attività possono essere svolte al minimo indispensabile per procedere nel gioco, oppure per un tempo prolungato, utilizzando la nostra creatività per creare navi e strutture particolari, e per questo sarà difficile annoiarsi. Il combattimento, al contrario, sarà un aspetto più “necessario”, dato che i nemici – sia umani che animali – ci attaccheranno con l’obiettivo di eliminarci. Passeremo tanto tempo a combattere, quindi il combat system dovrà essere abbastanza vario e stimolante, con nemici “intelligenti”, che reagiscano in maniera realistica ai nostri colpi e alle nostre tattiche. Pretendiamo che anche le armi a nostra disposizione, che saranno di diversi tipi, portino effettive differenze nel gunplay, incoraggiandoci a dover cambiare equipaggiamento per adattarci ad ogni particolare situazione.

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Detto questo, siamo molto impazienti di immergerci nell’universo narrativo di Starfield, e cerchiamo di ingannare l’attesa parlando più possibile di questo titolo, informandoci su tutte le news che lo riguardano, riguardando incessantemente il video di presentazione. Non vediamo l’ora di ricevere finalmente questo titolo dopo l’estate e valutare se effettivamente le nostre aspettative siano state rispettate. Sappiamo già che ci giocheremo avidamente, portando numerosissimi contenuti sia sul nostro sito, sia sui nostri canali social, in modo da tenervi aggiornati su Starfield e su tutto il mondo del gaming.

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